Le corse della Dolce Vita – Quando si sognava a bordo pista
Autore: Danilo Castellarin
Editore: Giorgio Nada Editore
Anno di pubblicazione: 2021
Non sono tempi facili i nostri. Nessuno li avrebbe immaginati negli anni della dolce vita delle corse, quando si andava a letto la sera convinti che il domani sarebbe stato migliore. Esattamente il contrario di quanto capita oggi.
Dal 1955 al 1970 le auto e le corse vissero un periodo indimenticabile che intrecciò il Rinascimento italiano del Novecento, dopo le rovine della seconda guerra mondiale. Non solo polaroid del boom, piacevoli e sorridenti come Carosello, Fred Buscaglione, Mina, le musiche raffinate di Lelio Luttazzi e Gorni Kramer, il Musichiere di Mario Riva e le gambe delle Kessler. Ma anche valori ricchi di umanità – un faro per intere generazioni – come il discorso alla luna di papa Giovanni, il coraggio dei fratelli John e Robert Kennedy, l’impegno di Martin Luther King e innovazioni scientifiche come il laser applicato alla medicina, la pillola anticoncezionale, il primo trapianto di cuore, lo sbarco sulla luna.
Un volano emotivo capace di accendere la voglia di fare e trasmettere speranza nel futuro. Tutti aspettavano il domani con la fregola in corpo e non si tiravano indietro se c’era da rischiare. Primi fra tutti i piloti e chi seguiva le corse a bordo pista.
Tutti volevano vivere di più, ricchi e poveri, belli e brutti, nobili e plebei. Incoscienti, impavidi, temerari. O forse solo consapevoli che la vita tanto valeva prenderla così. Preferivano giocarsela, senza aspettare d’esserne giocati.
Molti piloti arrivarono a bruciarsi in tre stagioni patrimoni di famiglia costruiti con il lavoro di intere generazioni. Altri puntavano al buio, con la freddezza consumata del giocatore di poker. Altri ancora, pur di esserci, mentivano, tradivano, qualche volta rubavano.
Era la voglia di correre.
Tutti rapiti dai bolidi che scappavano via, incollati all’asfalto soltanto da un’ipotesi, i piloti come cavalieri dannati e le belle donne che aspettavano ai box fingendo indifferenza mentre la paura cresceva ad ogni giro.
La passione dominava su tutto e quando i motori venivano accesi quella melodia spazzava d’incanto amarezze, delusioni, rabbie.
Tutti capivano – costruttori, piloti, direttori sportivi, meccanici-di appartenere a una dimensione altra, di far parte di un ambiente privilegiato, e tutto questo mentre l’Italia tirava come una locomotiva per uscire dalla miseria.
Quell’atmosfera durò poco, una manciata d’anni, poi scomparve come un arcobaleno. La sensibilità dell’autore la ferma con uno scatto nostalgico ma al tempo stesso realistico, a volte spietato, con decine di aneddoti e confessioni inedite di molti protagonisti.
Pagine 286, formato 13,5×22 cm, cartonato con sovracoperta.