Ricordo di Pietro Cozzi
Articolo pubblicato il 07-09-2023
Il 5 settembre, in un incidente automobilistico, hanno perso la vita Pietro Cozzi, fondatore del “Museo Fratelli Cozzi Alfa Romeo”, di Legnano, e sua moglie Marisa, genitori di Elisabetta Cozzi, Direttrice del Museo e socia AISA.
Pietro Cozzi, nato nel 1935 a Legnano, entrò nel mondo dell’automobile nel 1955 aprendo insieme a un fratello un’officina di riparazioni, che si sviluppò fino ad acquisire la Concessionaria Alfa Romeo per Legnano e numerosi Comuni limitrofi. Già nei primi anni la passione di Pietro Cozzi per l’automobile lo indusse a raccogliere esemplari significativi della gamma Alfa Romeo, usufruendo delle opportunità di acquisirli quando i clienti intendevano sostituire la propria vettura. Così iniziò la collezione, che nel 2015 sarebbe diventata il Museo a tutti noto, ricco di molte decine di esemplari di Alfa Romeo, prodotte dal 1950 ad oggi, che ben rappresentano l’evoluzione della gamma del “Biscione”.
Pietro Cozzi, oltre che brillante imprenditore, è stato anche un cittadino insigne di Legnano. Tra gli altri numerosi incarichi che ha ricoperto, ricordiamo la Presidenza dall’associazione culturale “Famiglia Legnanese”: nel 1976 è stato un animatore delle iniziative per l’ottocentesimo anniversario della Battaglia di Legnano. Ha partecipato inoltre alla fondazione della Delegazione di Legnano della Lega Italiana per la Lotta contro i tumori (LILT) ed è stato membro della Giunta di Confindustria Alto Milanese-Legnano. Per queste e altre attività gli è stato conferito il titolo di Commendatore della Repubblica.
Possiamo ritenere che la sua passione civile, illustrata da questi impegni di ordine culturale e sociale, sia stata un elemento fondamentale per la decisione di creare il Museo. Esistono tante collezioni private, ma l’iniziativa di creare un Museo è un atto di generosità, non solo verso gli appassionati, ma nei confronti di tutti i cittadini, che ne possono usufruire.
Questo è il lascito più prezioso di Pietro Cozzi a tutti noi; gliene siamo profondamente grati.
Tutta l’AISA abbraccia con affetto la cara Elisabetta, che prosegue e rinnova il lavoro compiuto da suo padre.