La SVA di Giovanni Savonuzzi secondo Wikipedia.

Articolo pubblicato il 27-09-2017

La SVA di Giovanni Savonuzzi secondo Wikipedia.

Ho in corso la stesura per la prossima Monografia AISA del capitolo SVA del mio intervento alla Tavola Rotonda dedicata a Giovanni Savonuzzi tenutasi a Torino nel marzo sorso. Per eventuale bibliografia addizionale ho provato a cercare la voce SVA su Wikipedia constatandone con una certa sorpresa l’esistenza. Il risultato è stato agghiacciante. Segue la trascrizione completa della breve voce con in neretto le osservazioni dovute.

La SVA, acronimo di Società Valdostana Automobili, è stata una casa automobilistica italiana, attiva a Pont Saint Martin dal 1948 al 1951 [vero, ma a essere pignoli era attiva a Torino alle Officine Leone ma con sede amministrativa a Pont Saint Martin].

Fondata da Virgilio Conrero e Giovanni Savonuzzi, entrambi provenienti dal reparto competizioni della Fiat Aviazione, [non è chiaro cosa si intenda con reparto competizioni] la SVA venne fondata allo scopo di elaborare le vetture Cisitalia utilizzate nelle gare automobilistiche [incredibilmente falso: la SVA era stata fondata allo scopo di costruire una vettura da corsa per la categoria Midget americana. Non si occupo’ mai di vetture Cisitalia].

Pur avendo ottenuto numerose vittorie in gare minori [la SVA non corse fino al 1950 e fece in seguito pochissime corse con altre motorizzazioni ottenendo UNA sola vittoria di classe] e la fiducia di piloti importanti come Giovanni Bracco, [Bracco non c’entra con la SVA. Era stato in precedenza un cliente di Savonuzzi per una macchina diversa che peraltro corse pochissimo] la SVA si trovò in gravi difficoltà in seguito al posizionamento in amministrazione controllata della Cisitalia [totalmente insensato; la Cisitalia non c’entra nulla colla SVA. Savonuzzi non ebbe piu’ a che fare con la Cisitalia dopo che ne uscì nell’ottobre 1947, salvo un brevissimo periodo nel 1951/52 per aiutare Carlo Dusio (figlio di Piero) in un tentativo di ripresa dell’azienda] e cercò nuovo sbocco nella realizzazione di monoposto a ruote scoperte [la SVA cominciò e finì con la vettura midget da 820cc].

Un primo esperimento venne fatto con una vettura di Formula 3 con motore da 500 cm³ della Moto Guzzi [questa fu al contrario l’ultima delle vetture da competizione di Savonuzzi/Conrero e non c’entra con la SVA, che fra l’altro aveva praticamente già chiuso] e, successivamente, venne realizzata una vettura di Formula 1, con motore da 1500 cm³ di derivazione FIAT, alimentato a miscela di benzinaalcool e dotato di compressore volumetrico [di una vettura siffatta non c’è traccia nè nelle carte di Savonuzzi conservate presso il Museo dell’Automobile a Torino, nè sulla stampa specializzata dell’epoca. Se Savonuzzi e Conrero avessero preparato un motore di questo genere da montare eventualmente sulla SVA, si sarebbe immediatamente saputo. Comunque il risultato sarebbe stato in ogni caso di potenza ancora inferiore al motore SVA e quindi del tutto inadatto all’uso voluto].

La SVA 1500 [questa pseudo notizia, ricollegata alla frase precedente, puo’ essere frutto della consultazione del sito internet di risultati di corse silhouet.com menzionato in bibliografia che è notorio per la sua cialtroneria. Tuttavia altre fonti (non italiane) piu’ autorevoli e non solo in internet purtroppo hanno contribuito a diffonderla. L’origine della diceria mi è ignota.] affidata al pilota Rudi Fischer, scese in pista sia nel Gran Premio di San Remo [a Sanremo era la SVA da 820cc], sia nel Gran Premio di Svizzera del 1950 [falso. A questo Gran Premio la SVA era iscritta ma non si presento’], dimostrandosi potente e velocissima, ma anche particolarmente fragile. [potente e fragile lo era, velocissima non si sa, perché a San Remo non fece neanche un giro in corsa].

Alla fine del 1951 la SVA venne chiusa [Forse solo formalmente. In pratica non fece più nulla dalla primavera del 1950]

Qui termina la trascrizione. Come si vede il numero di enunciazioni false supera di gran lunga quello delle vere. E’ un testo pericoloso perché ben scritto da qualcuno che mastica la terminologia ed è al corrente dei personaggi citati. Cosa spinga a pubblicare su un argomento di interesse così circoscritto senza un dichiarato specifico interesse di ricerca resta per chi scrive questa nota un mistero. L’assenza della verifica dell’esattezza delle affermazioni presentate per di più garantita dall’anonimato porterebbe a un discorso sull’Internet ben oltre lo scopo di questa colonna.

Per la storia della SVA, una macchina di notevole interesse per alcune soluzioni meccaniche, si rimanda alla prossima Monografia AISA.

(a.s.)

8 thoughts on “La SVA di Giovanni Savonuzzi secondo Wikipedia.”

  1. Donatella Biffignandi says:

    Interessantissimo questo confronto tra l’autorevole voce di storico qual è il prof. Silva e wikipedia… interessante e istruttivo sulla faciloneria e superficialità della maggior parte delle fonti

  2. Adolfo says:

    Caro Sandro,
    la tua disamina dimostra la pericolosità dell’uso di internet, se c’era bisogno.
    Poveri noi, anzi povere le future generazioni se si abbeveranno a queste fonti.
    Buona serata.

  3. lorenzo rostirolla says:

    Figuratevi cosa trovano i pazienti circa le loro malattie e con quali sciocchezze dobbiamo lottare noi medici!

  4. tenconi edoardo says:

    confermo le inesattezze pubblicate la sola SVA che ha partecipato alla Aosta Gran S.Bernardo unitamente ad altri autotelai nudi,manequine di carrozzeria,evario altro materiale e modelli di fusione sono da me acquistati tanti anni fa ancora in mio possesso con vari ricambi per eventualmente assemblare gli altri telai,

    1. Pietro tenconi says:

      Buon giorno
      Se possibile vorrei essere contattato
      Tenca@iol.it

  5. Mirko Fresia says:

    Buongiorno,
    sono Mirko Fresia, il nipote di quel Luigi Fresia che rilelò la società SVA, della quale lo stesso Savonuzzi non è stato che un dipendente/progettista, forse socio minoritario ma non mi sembra a memoria. Possiedo almeno 30 fotografie della vettura finita (una delle 3) del solo telaio, del motore sul banco, della vettura asssemblata, i verbali delle assemblee, il carteggio tra mio nonno e Savonuzzi: uno si lamentava dell’inguidabilità (mi si passi il termine) del veicolo, l’altro minimizzava e dava consigli. A portare la vettura in gara fu un altro dipendente di mio nonno, il meccanico Emilio Crema (all’Aosta-G. S. Bernardo). Possiedo inoltre numerosissime fotografie di quando mio padre (tra il 1967 e il 1970, modificò leggermente la vettura e la utilizzò nella pista dell’aeroporto di Aosta (con un Crema molto invecchiato). Interessanti sono, sempre in mio possesso, i numerosi progetti a firma di Savonuzzi per numerose versioni del motore, e l’idea di fare delle vetture di serie, poi “svanita”. Se qualcuno serio volesse contattarmi lo puo’ fare attraverso il sito.

  6. Christian Pereyra says:

    Creo recordar una foto de un SVA con un motor de Cisitalia, posiblemente un aprueba en instalaciones de Cisitalia pero mi memoria puede fallar.

    1. Silva Alessandro says:

      A mia conoscenza un telaio SVA fu dotato di motore Ermini 1100 bialbero per la categoria sport 1100cc con un certo successo nel 1951. Un motore Cisitalia montato alla stessa data per lo stesso scopo non avrebbe avuto la potenza sufficiente per ottenere gli stesi risultati.

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