GP di Monaco, 65 anni fa.
Articolo pubblicato il 27-05-2015
15.8
La foto mostra la curva del Portier che porta all’entrata del Tunnel come appariva al GP di Monaco il 21 maggio di 65 anni fa. L’unica differenza con oggi è la presenza del ponte della ferrovia che conduceva all’entrata da est della vecchia stazione.
Chi ha visto il Gran Premio in televisione domenica scorsa avrà forse notato un cambio di pendenza all’interno della curva che spesso scompone anche le F1 di oggi. Anche questa caratteristica è rimasta come allora. La foto mostra l’Alfetta di Fangio che si avvia alla vittoria e si accinge nella circostanza a doppiare ancora una volta la Talbot-Lago del belga Johnny Claes, che al di fuori di un mondo in bianco e nero, era verniciata di un giallo squillante. L’Alfetta appare perfettamente equilibrata nell’entrata in curva non risentendo del cambio di gradiente.
La maestria di Fangio si era già manifestata all’inizio della corsa. Durante il primo giro si verificò una collisione di 9 macchine alla curva del Tabaccaio. Semafori e Safety Cars erano di lá da venire dopo molti decenni. Fangio, che aveva preso la testa alla partenza, avrebbbe trovato la pista ostruita nel giro successivo. Accadde che il pilota argentino riuscì a districarsi senza fermarsi tra le macchine incidentate sulla pista cosparsa di carburante, cosa che Ascari dovette invece fare, mentre Gonzalez contribuì ad arrotondare a 10 il numero delle vetture impilate.
Alla domanda su come avesse fatto, Fangio rispose che aveva notato tra gli spettatori dei movimenti non abituali nella direzione dell’incidente e ciò lo aveva indotto ad aspettarsi un’emergenza particolare.
Questa acuta capacità di attenzione si manifestò in molte altre circostanze, portandolo anche a vittorie inaspettate, tanto da essere tacciata di fortuna da diversi commentatori dell’epoca.
Fangio fu indubbiamente fortunato a sopravvivere a due incidenti che all’epoca sarebbero stati mortali nella quasi totalità dei casi, ma le sue vittorie furono dovute alla sua straordinaria abilità di guida ed alla sua professionalità che lo faceva capace di scegliere la macchina vincente in una data stagione.
Chi ricorda che percezione si avesse di Fangio tra gli appassionati all’epoca?
Ricordo un commento dell’ingegner Vittorio Fano, che è stato Segretario di AISA per 16 anni, il quale era Commissario Tecnico al G.P. d’Italia negli anni Cinquanta. Fano mi disse che nel ’55, la vettura di Fangio, che aveva vinto, all’esame tecnico successivo alla gara apparve la più “fresca”, tra tutte le W 196. Quindi, Fangio non solo era molto efficace, ma aveva una guida che non “spremeva” il mezzo al di là dello stretto necessario
Peccato che non siano intervenuti altri testimoni diretti. E in Aisa ne abbiamo sicuramente molti.