Giulietta spider Veloce “Sebring”
Articolo pubblicato il 23-02-2016
DUE PROPRIETARI DI GIULIETTA “SEBRING” HANNO COMUNICATO CON NOI DAL MOMENTO DELLA PUBBLICAZIONE. CI SEMBRA QUINDI OPPORTUNO RIPROPORRE l’ARGOMENTO IN HOME PAGE.
Nel 1956 e nel 1957 l’Alfa Romeo produsse 17 vetture Giulietta Spider Veloce del tipo 750G, sviluppate dalla normale Spider Veloce (tipo 750F) per adattarle alle competizioni. Il regolamento delle vetture sport fino al 1956 permetteva di ricoprire il posto del passeggero con un coperchio in lamiera a filo della carrozzeria, e di utilizzare come “parabrezza” anteriore un piccolo frangivento davanti al posto di guida. (Nella vettura di Consalvo Sanesi alla Mille Miglia del 1956, un elemento in plexiglass circondava addirittura tutto il posto guida).
Quindici 750G nacquero in questa versione “monoposto disassata”, mentre due furono allestite come biposto, cioè con normale parabrezza panoramico.
Le prime tre 750G avrebbero dovuto disputare la 12 Ore di Sebring del 1956, ma non furono pronte in tempo; per questo a volte sono identificate con il nome di “Sebring”. Due di esse – che portavano i numeri di telaio 00045 e 00047 – andarono lo stesso negli USA ove disputarono molte gare, tra cui anche la 12 ore di Sebring del 1957, a volte con piloti di primo piano, come Carroll Shelby. La terza (telaio 00051) rimase in Italia e partecipò alla Mille Miglia ove fu incidentato.
Sembra che un rinnovato interesse circondi questa poco conosciuta Giulietta. A noi risulta che si sia persa traccia di quasi tutte le 750G, tranne di quella con numero di telaio 00310, che è ancora in attività negli USA, seppure pesantemente e arbitrariamente modificata.
Qualcuno è a conoscenza di notizie ulteriori?
Alfa Romeo built, during the years 1956 and 1957, a batch of 17 Giulietta spider Veloce of the type 750G, which were developed from the normal spider Veloce, type 750F, and were especially prepared for competition. The first three 750G should have raced in the Sebring 12 hours of 1956, hence the nickname “Sebring”. In any case two cars, chassis 00045 and 00047, later went to the US where were heavily raced, even with top class drivers such as Carroll Shelby, and also in the Sebring 12 hours of 1957. The third, chassis 00051, remained in Italy, where it took part, with Sanesi, in the Mille Miglia, where it crashed.
It seems that a new interest in this little known car has arised in the past months. Our information is that only one 750G has survived, chassis 00310, albeit heavily modified, still racing in the US. Does somebody have further information?
(si veda/see il volume/the book: Angelo Tito Anselmi,
“Alfa Romeo Giulietta”, con la collaborazione di/with the collaboration of Lorenzo Boscarelli, Edizioni della Libreria dell’Automobile).
Il 5 luglio 2014, in un’asta di Artcurial, tenutasi a Le Mans, è stata venduta per 232.000 € una Giulietta Spider descritta come la 750G che Consalvo Sanesi guidò nella Mille Miglia. Sanesi a Martinsicuro, appena dopo San Benedetto del Tronto, ebbe un incidente piuttosto grave, pare per il bloccaggio del cambio di velocità.
La vettura che disputò la Mille Miglia del 1956 venne demolita dall’Alfa Romeo nel giugno di quell’anno, come testimonia il suo estratto cronologico, al Pubblico Registro Automobilistico di Milano. Non esiste alcuna testimonianza che la decisione di demolire la vettura non sia stata attuata, cioè che il relitto fosse stato conservato.
Sul numero di marzo 1993 della rivista Ruoteclassiche apparve un articolo che illustrava il ritrovamento della vettura “ex-Sanesi”, con ricchezza di foto e descrizioni; la macchina era però in tutta evidenza un tentativo di “ricreazione” della vettura della Mille Miglia. Inviai una lettera al direttore di Ruoteclassiche che la pubblicò sul numero di aprile 1993, illustrando perché la vettura non potesse essere autentica. Nel successivo numero di maggio 1993, Ruoteclassiche pubblicò una lettera del presidente del Registro Italiano Alfa Romeo, che negava l’autenticità della vettura (tra l’altro affermando che la meccanica era conservata nel Museo Alfa Romeo), mentre sul numero di giugno 1993 fu pubblicata una dichiarazione del C.T.N. Auto dell’ASI che pure negava che la macchina fosse autentica. Dopo di che, per oltre vent’anni nessuno parlò della pretesa “ex-Sanesi”.
Lo scorso anno, ecco la notizia che la vettura “ex-Sanesi” era stata venduta in asta per 232.000 euro. Si trattava di una vettura diversa da quella della vicenda dei primi anni Novanta? Bisognerebbe vederla, ma si puo` affermare che la vettura venduta da Artcurial ha i fanalini posteriori del tipo USA, come quella della storia di vent’anni prima.
L’acquirente della vettura, di nazionalità belga, ha tentato di farla omologare dall’istituzione locale che è referente della FIVA (cioè l’analogo belga dell’ASI), ma l’omologazione è stata rifiutata.
La Giulietta Spider è stata un simbolo del buon gusto e della capacità creativa dell’Italia in ambito automobilistico ed è ancor oggi, e sempre rimarrà, un oggetto gradevolissimo. E’ comprensibile quindi che tanti desiderino possederla e che alcuni cerchino gli esemplari più rari, pur sapendo che la possibilità concreta di trovarli è davvero ridottissima.
In merito alla Giulietta venduta da Artcurial si può aggiungere che questa viene descritta come proveniente da Museo delle Comunicazioni di Milano (“Coming from the Telecommunications museum in Milan” secondo la descrizione). Se si intende la collezione dell’ingegner Tavoletti, si tratterebbe della vettura che portava la targa MI P2114 quando la vidi nel 2011.
Forse la targa può servire a scoprire qualcosa in più della storia di questo esemplare.
Secondo la descrizione di Artcurial la stessa auto sarebbe stata esposta dall’Alfa al Salone di Torino 1996 e sarebbe anche la stessa dell’articolo di Ruoteclassiche…
Dall’analisi della tabella riportata nel volume di A.T.Anselmi e L. Boscarelli risulta che delle 17 750 tipo G 13 sono state consegnate alla Hoffman Motor Car Inc.. L’unica sopravvissuta sarebbe la 310 che si trova negli USA ma era stata consegnata nel 1957 all’Auto Konig di Monaco di Baviera , cosa piuttosto curiosa, ma soprattutto mi è’ venuta la curiosità’ di sapere qualcosa di più’ della 197 consegnata alla Associated Commercial Enterprise di Beirut. Qualcuno ne sa qualcosa?
In realtà, anche la 00311 è ancora in circolazione, dopo un ampio restauro. La 00310 avrebbe potuto essere acquistata, chissà quando, da un militare USA di stanza in Germania. Delle vicende della 00197 non so nulla; anch’io sarei curioso di averne qualche notizia!
Cercando su Internet, sul sito alfabb.com si trova un post del2007 nel quale un signore inglese chiede notizie su una Giulietta sprint (?) in suo possesso, immatricolata in Libano nell’agosto 1956 dalla Commercial Enterprise e nella disponibilità’ della famiglia Chamoun, esponenti di spicco della politica libanese, almeno uno dei quali cadde vittima di un attentato nel corso della lunghissima guerra civile in quel paese. Se si trattasse della 00197 la sua storia si intersecherebbe con la Storia del Medio Oriente. Intrigante!
In merito alla Giulietta monoposto “Sanesi” di cui sopra, posso aggiungere una testimonianza, essendo stato consultato dalla commissione di omologazione belga all’inizio di quest’anno. Ho quindi visionato la documentazione, e ho anche trovato la prova che alla fine ha consentito di negare l’omologazione richiesta. 1) la documentazione comportava una fotocopia dell’estratto del 1956, cosa che ognuno puo’ ottenere presso il PRA. Il punto è il numero di telaio, identico a quello che si legge sulla vettura comprata all’asta. Invece, il libretto che accompagna la vettura comporta si’ il numero di telaio del libretto 1956, ma stranamente il tipo indicato è “750D”. Il proprietario precendente è stato nominato più sopra, per cui si tratta della stessa vettura, in effetti ancora con fanalini americani, che per inciso non hanno nulla da fare sulla vettura di Sanesi. Non è l’unica incongruità che si puo’ osservare sulla vettura attuale. 2) Vari punti destavano sospetti alla commissione di omologazione, oltre ai fanalini, tra cui il modo in cui il numero di telaio era stampato, con la “R” di “AR xxx” non conforme. La prova che non si tratta della vettura di Sanesi si è avuta ingrandendo opportunamente l’originale della foto pubblicata sul libro di Lorenzo Boscarelli e Tito Anselmi, col cofano aperto. Grazie al numero progressivo dell’archivio Alfa Romeo, Marco Fazio ha potuto fornire una scansione ingrandita della zona del numero di telaio, e si vede che la grafia della R è diversa, ma la posizione del numero di telaio della paratia è anche diversa, per cui si è potuto concludere che non si tratta della stessa scocca, a dispetto del numero di telaio.
D’altronde si trovano facilmente in rete delle foto di altre vetture “750G”. A me pare stano che mai la G sembra al suo posto naturale nella sequenza di cifre e stellette, a volte sfalsato, a volte quasi sovapposto alla stelletta.
Buonasera a tutti,sono il proprietario della vettura G00311,sarò lieto di fornire a chiunque ne abbia interesse tutta la storia della vettura e curiosità varie.
Ci tengo a precisare che la macchina è stata ritrovata in uno stato di conservazione eccezionale e che il restauro della carrozzeria è stato solo conservativo,più impegnativo invece quello della sofisticata meccanica.
La vettura G00311 è una vera rarità. In rete ho trovato alcune foto, penso farebbe piacere vederla a diversi di coloro che hanno partecipato a questo dibattito. Dove si trova? E’ visibile? Grazie!
HI – I am the owner of 1495 G 00308. it was found in florida, US in very good used condition. We restored it for over 3 years to original condition, using all original parts as found o the car. As far as i am aware there are 4 G existing, one with Alfa Romeo, one with Antonelli, one in Holland and one with me. Happy to learn more, or share info.
Hello All, I have a photo of what I think is a 750G, is it possible to share it here? Best regards, Philip
please sende the photo