Settant’anni di Formula 1….o no?

Articolo pubblicato il 29-12-2019

Settant’anni di Formula 1….o no?

(la foto mostra un attimo subito dopo la partenza della Race of Champions, il 10 aprile 1983, sull’Autodromo inglese di Brands Hatch. Si tratta dell’ultima Corsa disputata per vetture di Formula 1, non valida per il Campionato del Mondo [Keke Rosberg precede la Ferrari di Arnoux] ).

Si ode un rullare di tamburi: il 2020 saranno festeggiati i 70 anni di Formula 1… Non proprio, in realtà saranno 70 anni di Campionato Mondiale Piloti, un concetto di natura diversa da quello di “Formula 1”. Non vogliamo qui fare un vano esercizio di pignoleria, Formula 1 è oggi un marchio dei più universali, se non il più universale, grazie alla sua invarianza rispetto alla quasi totalità delle lingue parlate e alle sue altre virtù che un esperto di comunicazione potrebbe spiegare autorevolmente. Vogliamo solo non essere smemorati e raccontarne le origini che spiegano le differenze, e che stabiliscono come la nascita della Formula 1 sia avvenuta due anni prima di quella del Campionato Mondiale Piloti.

I concetti di Formula 1 e di Campionato Mondiale possono essere considerati equivalenti nei loro effetti solo a partire dal 10 aprile 1983, la data dell’ultima gara retta dalla “Formula 1” NON valida per il Campionato del Mondo Piloti, (v. foto nel frontespizio). Fatti molto semplici ma clamorosi provano questa diversità; ad esempio, i Campionati del Mondo del 1952 e 1953 (vinti da Alberto Ascari) furono disputati con vetture di Formula 2 e la gara delle 500 Miglia di Indianapolis fece parte delle prove di Campionato Mondiale dal 1950 al 1959, pur essendo disputata da vetture di tipo assimilabile alla Formula Internazionale del 1938/40.

I Campionati del Mondo del 1952 e 1953 furono disputati da vetture di Formula 2. Il due volte Campione Alberto Ascari su Ferrari 500 al GP d’Italia, a Monza nel 1953. (Coll AS)

Le 500 Miglia di Indianapolis furono una prova del Campionato del Mondo dal 1950 al 1959. Le macchine che correvano nella prova americana erano anche visivamente del tutto dissimili dalle vetture di Formula 1. [Nella foto Andy Linden su McNamara Spl. classificatosi 5° nelle 500 Miglia del 1957]. Si confronti colla foto più sotto della Vanwall di Stirling Moss a Pescara nello stesso anno.

Le oscure origini di un marchio fortunato. La Commissione Sportiva della Federazione Internazionale dell’Automobile si è per decenni riunita a Parigi due volte all’anno, a giugno per discutere ed in autunno, durante il Salone parigino, per trarre le conseguenze e stilare il calendario internazionale dell’anno successivo. Una delle decisioni assunte nelle riunioni del 1947 fu l’istituzione regolamentata di una “seconda formula” rispetto a quella internazionale dei Grandi Premi stabilita l’anno precedente. Classi di vetture di cilindrata minore delle vetture da Gran Premio (voiturettes) esistevano sin dagli albori dell’automobilismo sportivo, ma le limitazioni erano state da sempre lasciate agli organizzatori. Bisognava quindi distinguere la “seconda formula” in modo ufficiale dalla “Formula Internazionale delle vetture da corsa”, come era chiamata fino ad allora la Formula che reggeva le corse da Gran Premio, anche nel nome. Il Codice Sportivo licenziato nell’occasione, al paragrafo Vetture da Corsa recava quindi scritto tra l’altro:

  • Formule Internationale des Voitures de Course Numéro I,
  • Formule Internationale des Voitures de Course Numéro II,

ed enunciava le rispettive limitazioni. La lingua ufficiale della FIA era il francese (sarei curioso di sapere se lo è ancora adesso), così che un canale immediato di comunicazione delle decisioni avveniva sempre attraverso il quotidiano sportivo L’Equipe. Ed è quindi nel numero del 17 ottobre 1947 che le decisioni prese furono riportate ed è in quello del 3 novembre successivo che l’ignoto cronista, probabilmente per risparmiare fatica, spazio e inchiostro, scriveva per la prima volta Formule 1, invece di Formule Internationale des Voitures de Course Numéro I, evitando così anche il numerale romano. E’ ovvio che non lo sfiorò minimamente l’idea di depositare il marchio, cosa che lo avrebbe reso miliardario insieme a tutte le future generazioni della sua famiglia.

In conclusione non ci sarebbe stata Formula 1 senza la Formula 2 e il termine Formula 1 predata di due anni quello di Campionato del Mondo Conduttori, la cui istituzione ha una storia piuttosto divertente che sarà oggetto di un prossimo articolo.

La prima corsa per vetture di Formula 1 nel senso stretto del termine fu il Gran Premio di Pau disputato il Lunedì di Pasqua del 1948. Si può notare l’atmosfera assai poco glamour rispetto a quella di oggi .(Coll AS)

Formula A e Formula B (!?). Si capisce facilmente che il termine Formula 1 abbia preso piede per la sua sinteticità già poche settimane dopo la riunione dell’ ottobre 1947 della Commissione, invece della dizione burocratica del Codice Sportivo. Non si capisce perché allora qualcuno abbia pensato in seguito di chiamare Formula A e B le Formule 1 e 2 rispettivamente. Si tratta di dizioni a posteriori che non trovano alcun addentellato nei documenti ufficiali, ma che si diffusero parecchio anche perché utilizzate da diversi storici. Questa diceria è dura a morire anche perché sopravvive nella palude dell’Internet e qualcuno si cava dall’impaccio affermando che le Formule A e B divennero 1 e 2 dal 1950!

A cosa può portare la confusione tra Formula 1 e Campionato del Mondo. Il fatto che le corse per i Campionati del mondo Piloti del 1952 e 1953 fossero rette dalla Formula 2 sembra difficilmente digeribile agli anonimi estensori delle pagine italiane di Wikipedia. Ad esempio, nell’articolo riguardante il Gran Premio d’Italia del 1952, si afferma che: “Il Gran Premio d’Italia 1952 fu l’ottava ed ultima gara della stagione 1952 del Campionato mondiale di Formula 1, disputata il 7 settembre all’Autodromo Nazionale di Monza” [neretto mio]. Il palese conflitto con la realtà deve avere turbato l’autore dell’articolo riguardante il Gran Premio d’Italia dell’anno successivo, che scrive: ” Il Gran Premio d’Italia 1953 fu la nona ed ultima gara della stagione 1953 del Campionato mondiale di Formula 1,[…] In realtà, la gara fu riservata a vetture di Formula 2, come le altre valide per il mondiale 1952 (500 miglia di Indianapolis esclusa)” [neretto mio] non curandosi della contraddizione in termini. Un rammendo peggiore del buco! Le ragioni della presenza delle 500 Miglia di Indianapolis fra le gare di Campionato, non sembrano all’autore meritevoli di spiegazioni. Fortunatamente.

(a.s.)

One thought on “Settant’anni di Formula 1….o no?”

  1. Ferrandino Francesco says:

    Bellissimo articolo su un tema a cui anche io tengo molto.
    Una volta scrissi anche io alcune considerazioni collegate a tale tematica:

    1981 – IL PRIMO ” CAMPIONATO MONDIALE F1″
    Il titolo sembra assurdo e provocatorio, ma non lo è.
    Probabilmente non tutti sanno che l’attuale Campionato di F1 inizia proprio nel 1981, anno in cui fu istituito il “FIA F1 World Championship” che mette in palio due titoli mondiali: il “Mondiale Piloti F1” e il “Mondiale Costruttori F1” (attenzione alla dicitura “F1”).
    Invece dal 1950 al 1980 si chiamava solo “World Championship for Drivers” cioè “Mondiale Piloti” (o Con-d-u-ttori, cioè corridori) e non prevedeva affatto il nome “F1” nella dicitura ufficiale, perchè in tutto l’intero automobilismo quello era l’unico Titolo Mondiale riservato ai Piloti, e poteva essere assegnato anche tramite macchine diverse dalle F1 (infatti nel 1952 e 1953 il Mondiale Piloti fu assegnato per mezzo di macchine di F2, e per 11 anni anche la Indy 500 concorreva al punteggio, nonostante i suoi regolamenti tecnici differenti, rispondenti alla F. USAC, e fino ai primi anni ’70 gli organizzatori, se mancava il numero minimo di macchine, potevano ammettere sulla griglia anche le F2).
    Inoltre dal 1958 al 1980 il riconoscimento per i team era solo una “Coppa Internazionale Costruttori”, non un Mondiale (il vero Mondiale Marche fino al 1980 era assegnato con le biposto del Campionato Sport-Prototipi, che a sua volta non prevedeva un titolo piloti). Non esistevano ancora i Mondiali Rally, Turismo, ecc. ecc.
    In pratica, un pilota per diventare “campione del mondo” doveva disputare il “mondiale conduttori” con le monoposto che la Fia indicava di volta in volta (quasi sempre le F1) mentre se una Casa voleva diventare “campione del mondo” doveva disputare il “mondiale marche-sport”, l’attuale endurance. L’automobilismo era dunque considerato in maniera unitaria e coordinata.
    Nel 1980 la FIA-FISA, dopo una tregua durante la guerra con la FOCA (squadre inglesi), affermò ufficialmente che il torneo iniziato nel 1950 chiamato “Mondiale Conduttori (cioè Piloti)” e la “Coppa Internazionale Costruttori” erano letteralmente “suppressed”, e nasceva il “FIA F1 World Championship” che metteva in palio appunto due nuovi titoli, il “Mondiale F1 Piloti” e il “Mondiale F1 Costruttori” divenuto vero titolo Mondiale e non più una semplice Coppa Internazionale come era prima…
    Dal “libro giallo” della FIA 1981:
    GENERAL REGULATIONS
    1 — In application of the decisions taken during the FIA Rio Congress of 15th April 1980, the FISA is organising the new “FIA Formula 1 World Championship” from 1st January 1981.
    As a result, the old “World Championship for Drivers” is SUPPRESSED.
    2 — The new Formula 1 World Championship, which is the property of the FIA, will have 2 World Championship titles, one for Drivers and one for Constructors.”
    Capite? Dal 1981 la dizione “F1” entra obbligatoriamente nella titolazione, assieme a “FIA”, per rimarcare che dal 1981 la proprietà del Campionato è della FIA.
    Ovviamente la FIA mantenne un solidissimo legame col precedente “Mondiale Piloti” durato fino al 1980, così si continuò a correre con gli stessi regolamenti, le stesse auto, le stesse piste, e i bonus acquisiti nell’80 valevano anche per l’81. E anche sulla Coppa di Campione a fine stagione c’erano ancora tutti i nomi degli iridati precedenti al 1981.
    E’ un pò come accadde tra il 1949 e il 1950: venne istituito il “Mondiale Piloti” (senza la dicitura ufficiale “F1” che designava solo il regolamento tecnico delle monoposto della categoria massima in circuito) ma si continuò a correre con le stesse macchine, piste e regolamenti che c’erano nel 1949, anzi, quasi gli stessi del 1938-39, visto che l’Alfetta campione nel 50-51 era la stessa che nel ’38 correva nella categoria cadetta.
    Implicazioni pratiche ce ne sono poche, ma teoricamente ci possiamo sbizzarrire:
    – Ascari è sì il primo “Campione del Mondo Piloti” della Ferrari, ma non è “campione iridato di F1” perchè nel 52-53 correva con le F2.
    – Fangio potrebbe essere il primo Campione del Mondo con vetture di F1 della Ferrari, ma ci sono dispute perchè la sua D50 era in realtà una Lancia modificata.
    – Allora potrebbero esserlo Hawthorn nel ’58 e tutti gli altri fino a Scheckter nel ’79: sì, ma come detto, il loro titolo mondiale non aveva la dicitura ufficiale “F1” nella titolazione. Essi erano semplicemente “Campioni del Mondo Piloti”, seppur eletti con macchine di F1.
    – Quindi Piquet nell’81 è il primo “Campione del Mondo Piloti F1 della FIA” così come la Williams è la prima marca “Campione del Mondo Costruttori F1 della FIA”.
    – Schumacher diviene così il primo esplicito “Campione del Mondo Piloti F1 della FIA” con la Ferrari.
    – i veri Campionati Mondiali Costruttori si contano dal 1981, quindi ad esempio la Ferrari ne assomma 10, più altre 6 Coppe Costruttori dal 1958 al 1980…
    – Niki Lauda diviene quindi l’unico ad aver vinto sia il vecchio “Mondiale Conduttori”, sia il nuovo “Mondiale F1 della FIA”.
    Divertente, no?

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